di Domenico Sergio Antonacci
Spesso i toponimi ci dicono tanto della storia dei luoghi.
A San Giovanni Rotondo un noto punto di riferimento lungo la strada che corre verso Foggia viene indicato localmente come "Castello"; si tratta di un piccolo altopiano affacciato verso il Tavoliere, posizione perfetta in antichità per insediare un villaggio così come in altri casi simili lungo i valloni meridionali del Gargano (villaggi neolitici e del bronzo di Coppa Maselli, Chiancata la Civita, Caramanica, Valle dell'Inferno, Monte Granata, Volta Pianezza per citarli quasi tutti).
La posizione protetta per il controllo e la difesa del territorio e la disponibilità di ampie zone per le attività di caccia, allevamento, agricoltura, erano certamente alcuni dei requisiti fondamentali per questo tipo di villaggi, spesso costituiti da fossati, costruzioni in muri a secco e legno.
Facendo una veloce camminata nella zona è possibile notare muri a secco di grosso spessore con utilizzo di blocchi di grandi dimensioni, materiale lapideo sparso a indicare antiche costruzioni cadute o smontate successivamente (materiale riutilizzato dai pastori per pagliai e macere), canaline per raccolta di acque, altri grandi blocchi intagliati dalla funzione ignota, frammenti di ceramica e selce, rilievi anomali in corrispondenza del perimetro (torrette?).
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